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" NEL SUO NOME " tratto dall'opuscolo del programma 7° Raduno Internazionale Moto-Alpinistico del Pasubio (1950). " CENTAURI SUL PASUBIO ", scritto dal Rag. Giulio Ultimo Ziliotto e pubblicato nel 1935 in cui egli descrive l'ideazione, le motivazioni ed il resoconto del Primo Raduno Motoalpinistico del Pasubio avvenuto il 15 agosto 1934.
L’IDEAZIONE
La storia dei Raduni Motoalpinistici del Pasubio ebbe inizio nel lontano Gennaio del 1934 in seno al dinamico Consiglio del Motoclub di Schio composto quasi esclusivamente da giovani non ancora trentenni. Il regime fascista dell'epoca e la sua stessa ideologia contribuirono in modo decisivo all'ideazione e realizzazione del Primo Raduno Moto-Alpinistico del Pasubio.
MOTIVAZIONI
Il raduno voleva essere una manifestazione di carattere sportivo ma allo stesso tempo anche patriottico, avendo come meta la vetta sacra del Pasubio ed obiettivo la commemorazione degli innumerevoli caduti della Grande Guerra.
L'IDEATORE
L'ideatore e promotore del Raduno Moto-Alpinistico del Pasubio fu il ragioniere Giulio Ultimo Ziliotto, Segretario del Motoclub Schio dal '33 al '34 e Presidente dal '35 al '40. In un documento dell'epoca, a ricordo di Ziliotto, si legge testualmente:
< Egli profuse nell'organizzazione motociclistica il meglio delle sue capacità, delle sue energie e l'inesauribile passione sportiva. Ma quel che rimarrà nella storia nostra e del motociclismo italiano come il Suo capolavoro è il Raduno del Pasubio nato per riunire coloro che lassù nella Prima Guerra Mondiale sostennero con sovrumani sacrifici l'urto delle forze nemiche >
Ultimo Ziliotto era anche uno scrittore di buon talento e lasciò ai posteri alcuni documenti come "CENTAURI SUL PASUBIO" datato 1935, in cui egli descrisse in modo dettagliato l'ideazione, le ragioni, lo sviluppo e la cronaca del Primo Motoraduno tenutosi nel 15 agosto 1934.
SVILUPPO DEL RADUNO
La bontà della causa conquistò le autorità locali e provinciali; lo stesso Maresciallo d'Italia Pecori Giraldi accettò la Presidenza Onoraria. L'ing. De Luca, presidente del Comitato Turistico Provinciale mise a completa disposizione la propria esperienza. Il commendatore Magnani, direttore della Rivista "Motociclismo" offrì il patrocinio alla manifestazione. L'itinerario del Primo Motoraduno prevedeva le partenze libere da dove e quando si voleva, con un controllo a Passo Xomo ed uno a Porte Pasubio, meta di arrivo dalle ore 8 alle 12.
IL PRIMO MOTORADUNO (1934)
Sotto la direzione del Rag. Ultimo Ziliotto ebbe inizio la manifestazione. Dalle otto alle dieci del 15 agosto Porte Pasubio fu un brulicare di uomini e macchine. Al raduno parteciparono motociclisti provenienti dal tutta Italia, chi da San Remo, chi da Como, Trieste, Milano ed altre località. Furono presenti parecchi motoclub italiani come Sestri, Vigevano, Cremona, Como, Latisana, Padova e Verona. Parteciparono inoltre il reparto motociclistico del Fascio Giovanile di Schio, i soldati del IV Autocentro di Verona, una rappresentanza di 18 soldati dell'esercito italiano. Si distinsero anche varie motocicliste che impavide salirono senza problemi fino a Porte Pasubio.Alle 11 fu celebrata la S. Messa in Località ex cimitero delle Sette Croci. Il ritorno avvenne dopo le ore 13 discendendo sempre per la strada degli Scarubbi. Nel pomeriggio, a Schio, tutta addobbata con bandiere ed inneggiante ai centauri d'Italia, 600 motociclisti sfilarono davanti alle autorità. Raccolti successivamente in piazza A. Rossi, ascoltarono la parola del Federale che portò loro il saluto di tutto il Fascismo vicentino. Così ebbe vita il Primo Raduno nazionale che andò sempre più affermandosi richiamando di anno in anno un numero sempre crescente di radunisti. Le nobili e patriottiche motivazioni che alimentarono il raduno del '34 destarono vivo interesse presso gli alti dirigenti del governo, nobili e grosse industrie italiane che negli anni successivi furono solite donare coppe, trofei ed altri oggetti di grande valore per le manifestazioni motociclistiche.
A seguto del Primo motoraduno Giulio Ultimo Ziliotto scrisse "CENTAURI SUL PASUBIO" (vedi iimagine sotto linkabile), che fu pubblicato nel 1935 dove egli descrive l'ideazione, le motivazioni ed il resoconto del Primo Raduno Motoalpinistico del Pasubio avvenuto il 15 agosto 1934.
SECONDO RADUNO (1935)
Fatto importante fu la costruzione dell’Arco Romano avvenuta nel 1935 che fu inaugurato sempre nello stesso anno, in concomitanza del Motoraduno. Presente alla suddetta cerimonia fu il sottosegretario alla guerra Baistrocchi. L’importanza di questo Motoraduno diretto dal Rag. Ultimo Ziliotto ebbe risonanza nazionale, infatti la rivista “Motociclismo” n° 34 del 22 agosto 1935, pubblicò un ampio articolo a riguardo:
“Settecento motociclisti alla suggestiva adunata del Pasubio. Una manifestazione di altissimo significato patriottico e di cospiquo valore motociclistico.”
TERZO RADUNO (1936)
Al raduno del 1936, sempre con U.Ziliotto come direttore, ben 900 motociclisti arrivarono sulla vetta sacra del Pasubio. In questo anno fu indetto anche un concorso con carburanti succedanei per il quale i motociclisti tentavano la salita al Pasubio con il controllo della quantità di carburante con i serbatoi sigillati.
QUARTO RADUNO (1937)
Per il raduno del 1937 il Re Imperatore, Galeazzo Ciano e la F.I.A.T. inviarono in dono una preziosa coppa.
QUINTO RADUNO (1938)
Nel 1938 il raduno diretto dal Rag. Mario Pressanto, ebbe livello internazionale e vi parteciparono circa 2000 motociclisti. Dalla rivista “Motociclismo” n° 23 del 25 agosto 1938 si legge:
“Oltre duemila partecipanti al quinto raduno del Pasubio. Rivendichiamo ai motociclisti d’Italia l’altissimo onore ed il grande merito di essere, fra gli sportivi, all’avanguardia del patriottismo ed in primissima linea .... Suggestivo grandioso spettacolo presentava la cima del Pasubio nella mattina del 15 agosto: spettacolo assolutamente incomparabile che nessuna penna verrà mai a descrivere .... chi non c’è stato non può nemmeno lontanamente immaginarlo. Chi vi è stato deve per forza portare nel cuore la suggestiva visione che certo non si cancellerà troppom presto ...”
Furono messi in palio numerosissimi premi, vedi articolo Vedetta fascista 13 agosto 1938, i premi del V motoraduno. Altri documenti collegati: Vedetta fascista del 17 agosto 1938.
SESTO RADUNO (1939)
Nel 1939 l'annuale manifestazione motoclistica arrivò al massimo della popolarità e del prestigio. Ben 2140 radunisti parteciparono alla manifestazione. Arrivarono centinaia di premi donati per la manifestazione come la Grande Medaglia d'Argento di S.A.R. il Principe di Piemonte e la Grande Coppa del Re Imperatore. Dal 1940 al 1949 compresi, le celeberrime manifestazioni motociclistiche furono interrotte a causa della Seconda Guerra Mondiale. Il Rag. Giulio Ultimo Ziliotto morì a soli 38 anni nell'Eccidio di Schio (7 luglio 1945).
SETTIMO RADUNO (1950)
Nel 1950, sempre l’operoso Motoclub Schio, decise di riprendere quanto interrotto. Si distinse da subito il giovane ventiduenne Antonio Plebani, studente in Scienze Economico-Politiche a Venezia, segretario del motoclub negli anni 1950 e 1951 ed anch’egli scomparso prematuramente nel 1952. Egli con paziente e meticoloso lavoro si dedicò alla riorganizzazione del Raduno con il fermo proposito di far ritornare la manifestazione agli antichi splendori, motivo di orgoglio del Motoclub e di tutta la nazione.
Il 7° Raduno (1950) diretto dal Prof. Francis Chiozza,con Antonio Plebani alla segreteria, si svolse tra una persistente inclemenza del tempo e fu comunque un grande successo, con la, presenza di circa settecento radunisti sulla vetta sacra. Nell’anno suddetto, per il percorso di ritorno dal Pasubio fu scelta la nuova Strada degli Eroi che per motivii di sicurezza non doveva essere percorsa prima delle ore 12.
Autorità, associazioni, aziende e privati di tutta Italia, offrirono medaglie, oggetti artistici, coppe ed altri doni per la manifestazione. Sua Ecc. Einaudi, presidente della Repubblica e Sua Ecc. De Gasperi, offrirono una coppa.
OTTAVO RADUNO (1951)
Nel 1951 a causa delle “Colombiadi” il raduno avente sempre come direttore il Prof. Francis Chiozza e come segretario Antonio Plebani, fu anticipato al 15 luglio, per il percorso fu approvata una variante a causa della troppa neve ancora presente sulla strada degli Scarubbi.
LA colonna dei motociclisti, nel suddetto anno, salì al Pasubio passando per il Pian delle Fugazze percorrendo poi la strada degli Eroi arrestandosi alla galleria del Generale d’Havet.
NONO RADUNO (1952)
Nel 1952, alla direzione di Gentile Piazza, dopo la discesa dalla strada degli Eroi, i radunisti si concentrarono a Schio in Via Pozza Maraschin per la sfilata in centro città ed il proseguimento verso lo Stadio Rossi per le premiazioni. In questo anno scomparve improvvisamente Antonio Plebani.
DECIMO RADUNO (1953)
Nel 1953, sotto la direzione dell’Ing. Filippo Riva, il Motoclub Schio cambiò la propria ragione sociale in “Moto Club Antonio Plebani”, in memoria del giovane segretario scomparso l’anno precedente. A differenza degli altri anni i radunisti non scesero a Schio per la sfilata e la premiazione ma si concentrarono nello spiazzo sito al Pian delle Fugazze dove alla 15 furono estratti i premi a sorteggio dopo aver letto le calssifiche con le relative premiazioni. Fu sorteggiata una motocicletta Laverda, 75 cc. tipo “Sport”, offerta dalla ditta Dr. Francesco Laverda e F.lli di Breganze. Importanti furono i riconoscimenti da parte degli alti vertici del governo Italiano come il Presedente della Repubblica.
UNDICESIMO RADUNO (1954)
Nel 1954 il raduno fu diretto dall’Ing. Filippo Riva. Anche per questo raduno i premi ricevuti furono numerosi e significativi come la Gran Coppa d’argento donata dal Presidente della Repubblica, la coppa d’argento inviata dal Ministro degli Interni, un’altra preziosa coppa data in dono dal Ministro della Difesa oltre a targhe, medaglie d’argento e quant’altro arrivato da autorità, aziende, e varie associazioni.
Tra i radunisti fu sorteggiata sempre una motociclietta Laverda 75 cc. tipo “Sport” offerta dalla ditta Laverda di Breganze, un fucile da caccia “Bernardelli”, tagli di stoffa e thermoplaid offerta dalla ditta Lanerossi di Schio.
Negli anni successivi altri instancabili e determinati soci del Motoclub Schio seppero riproporre le ormai mitiche manifestazioni motociclistiche.
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