Cosa hanno in comune i RADUNI MOTOALPINISTICI DEL PASUBIO con la Grande Guerra ?
E' innegabile il fatto che i Raduni Motociclistici del Pasubio abbiano avuto un ruolo significativo nella storia italiana e ancor prima in quella delle nostre comunità ma per capire meglio, dobbiamo prima conoscere le ragioni che hanno spinto alla concretizzazione di tali eventi. La loro ideazione avvenne in un particolare momento storico italiano, indicato come "Era Fascista", in cui gli effetti devastanti della Prima Guerra Mondiale erano ancora presenti anche sul piano morale e spirituale delle persone.
L'idea di creare un motoraduno che potesse riportare sulla vetta del Pasubio i centauri che a vario titolo erano stati coinvolti nella tragica guerra, era scaturita quasi spontaneamente in linea con le ideologie patriottiche dell'epoca.
Da "Centauri sul Pasubio" di G.U. Ziliotto, 1935.
“Era nel sistema fascista, pur guardando con occhio vigile al futuro, di vivere nel culto del passato glorioso di Roma e dei suoi Eroi. Per i Caduti del Pasubio nessun migliore omaggio, di questo Raduno di Centauri di tutta Italia sull'Altare del loro sacrificio. Per le nuove generazioni Italiane nessun migliore ammaestramento che condurle lassù dove la guerra ha infierito tremenda, dove ogni roccia parla di gloria, dove gli atti di mille noti ed ignoti eroi, sembrano a distanza di anni, gesta leggendarie. Lassù le nuove generazioni possono comprendere quanto dura, aspra, terribile sia stata la guerra, quanto grande il sacrificio dei Morti e dei Reduci.”
Culto per i morti a difesa della patria e mito dell'uomo coraggioso e sprezzante del pericolo, coincidevano perfettamente con lo spirito che avrebbe avuto il raduno,
Da "Centauri sul Pasubio" di G.U. Ziliotto, 1935
“La scalata, pur non essendo cosa da specializzati ed esperti, richiede pure un ottimo centauro; occorre avere occhio fine e polso saldo, perchè non c'è l'asfalto sugli Scarubbi. Ma è appunto su queste strade ripide e sassose che il motociclista italiano deve fare la sua scuola, anche per sapere domani contendere le vittorie ai colleghi Inglesi e Tedeschi; oggi non è più questione di macchine, ma di uomini.”
Subito dopo aver reso pubblico l'evento, iniziarono ad arrivare lettere di adesione e di plauso da Principi, Ministri, alte personalità fasciste e militari, spesso accompagnate da ricchi doni.
L'aspetto sportivo delle manifestazioni passò in secondo piano, lasciando spazio a quello ideologico, più universale e nobile. Questi elementari pensieri di attaccamento alla patria e di estrema riconoscenza a chi si immolò per le generazioni future, furono i veri motori che spinsero queste manifestazioni fino ai giorni nostri.
Tuttavia anche l'aspetto sportivo e tecnologico fu molto importante; consideriamo infatti che all'epoca, l'industria motoristica in genere, si stava riprendendo dai disastri della Prima Guerra Mondiale, alla ricerca di nuove soluzioni per migliorare la meccanica, il confort e l'aspetto delle motociclette; in questo senso, l'annuale salita al Pasubio fu un ottimo campo di prova, dove motociclisti e costruttori poterono confrontarsi per ottenere dati utili al miglioramento dei mezzi.
L'incontro di motociclisti provenienti anche dall'estero fu una redditizia occasione per poter discutere sulle caratteristiche meccaniche e prestazioni dei propri motocicli.
Fu dunque una importante fucina che nel settore motociclistico sfornò nuove coscienze e conoscenze, contribuendo allo sviluppo del settore.
La "Motocicletta", come fu intesa nei raduni del passato, non è più solo un mezzo di trasporto composto da materiale inerte, ma assume un valore spirituale, trascendente. Si trasforma in uno strumento di aggregazione, di condivisione, di disponibilità verso il prossimo, di sensibilità ai problemi altrui, fautore di lealtà e giustizia.
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